Il progetto

Le fotografie provenienti dalla Fondazione Negri di Brescia alimentano il blog “bresciastorica.it” dedicato alla storia di Brescia contemporanea.

La scelta della fotografia storica non è casuale. E non solo perché un’immagine fotografica fissa per anni la memoria di un evento, le fattezze di un luogo o di un edificio. Essa diviene simbolo e concentra l’attenzione sulla vicenda, ne perpetua a lungo il significato. Fotografie che dicono ciò che è stato e non; ciò che in parte ancora c’è e quanto è stato sottratto o aggiunto dal tempo: non appartengono alla vigile memoria di un passato che non possiamo personalmente ricordare perché non l’abbiamo veduto, ma possiedono la certezza di una presenza, di un episodio che pure è stato e sarà per sempre, un dato incancellabile, un grano duro di certezza nella sostanza molle in cui affondano i nostri sensi e la nostra memoria.

Le immagini della Fondazione Negri permettono di analizzare e paragonare il diverso uso dei luoghi della città, la mutevolezza dei loro modi, cogliendo i cambiamenti della sua fisicità e della sua praticabilità. Consentono cioè di trarre la relazione continua che avviene fra spazio ed abitanti: una straordinaria fonte storica che aiuta ad intrecciare due tipi di conoscenze, il modo di usare la città da parte di chi l’abitava – con le loro esigente sia individuali che collettive – e il migrare del valore qualitativo e formale delle vie e dei palazzi, dei luoghi di incontro o di scontro.

Insomma, nella fotografia è possibile conoscere la città come incontro fra le sue caratteristiche morfologiche e originarie e il modo con la quale è stata vissuta, dove, a volte, l’anima e la necessità chiedevano più “spazio” del corpo o della piazza.

Senza privilegiare una storia contenutistica o di temi della città, il blog intende implementare un viaggio fra le molteplicità di rappresentazioni ed icone dell’urbs, tenendo naturalmente ben presente che le immagini sono state prodotte da un Autore con precisi riferimenti culturali ed un personalissimo immaginario, oltre che realizzate durante un ampio arco cronologico. Esso compie una sintesi consapevole delle due facce della città: quella reale, materiale, rappresentata dalla sua struttura, dal suo aspetto e quella mentale, incarnata dalle rappresentazioni, dai simboli che nei decenni ne hanno deciso – nelle guide, nei volumi di storia patria, nelle raffigurazioni pittoriche – l’immaginario.

Il blog ha l’ambizione di svelare anche questi aspetti, in grado di produrre inevitabilmente un surplus di senso, individuale e collettivo, divenendo un imprendibile ed un poco evanescente tappeto volante volteggiante sui dilatati o ristretti paesaggi della città.

Con un’ulteriore difficoltà: nel penetrare in un sol colpo la fisicità espressa dalle piazze, dalla trina del tessuto edilizio maggiore come dalle ultime realizzazioni architettoniche della città, si evidenzia il perenne rimando e la necessaria convivenza fra idee complessive ed immaginari legati a Brescia, proprio nelle stagioni in cui la città cambia velocità, si accorcia, si sincronizza e la gente mostra un crescente desiderio di comunicare, viaggiare, socializzare in un inedito tourbillon di emozioni visive.

Nella città che muta, il paradosso della fissità delle immagini storiche svela le dinamiche ed ritmo delle rapide trasformazioni urbane. Dopo la distruzione della Brescia murata, operata fra Otto e Novecento, alla fotografia con veduta “antica” segue la vista delle periferie ed il volo d’uccello non rinuncia ad inseguire gli orizzonti senza fine della città: gli stereotipi embricati nei soggetti pluridecennali, attraverso percorsi legati alla serie delle architetture simbolo, non garantiscono più le indubbie certezze.

L’irruenza della crescita, le mura che soccombono, il cielo punteggiato di ciminiere, sono il tracollo della secolare tradizione del sentimento identitario a cui questi rettangoli illustrati paiono arrendersi con immediatezza. Resta la fisicità della città comunque “necessaria”: uno spazio fotografico-compositivo, icona della propria brescianità, densità di simboli e teatro di scambi e rappresentazioni sociali ed in cui la volontà di rendere il soggetto “naturalmente” visibile è frutto della consapevolezza di quello che la fotografia deve dire.

Ma, come il blog renderà evidente, la forza delle fotografie della Fondazione Negri non risiede solo nel fatto che ancora oggi esse sembrano offrire una rappresentazione assolutamente fedele della realtà, assumendo lo status di documento, valore di prova. La fotografia non può diventare da sola un elemento di narrazione, un elemento di conservazione della memoria personale e collettiva. Essa, infatti, non è solo tecnica, ma modo di rappresentare eventi, ricordarli e divulgarli.

Occorre interrogarla, spiegarla, sezionarla attraverso un approccio interdisciplinare in grado di svelare tutta la complessità del documento fotografico. Per conoscere l’inedita Brescia e la sua sorprendente vicenda storica.