Dov’erano tutti questi tramway?

Alle periferie delle città i mutamenti di funzioni e panorami seguono velocità assai diverse rispetto ai centri storici. Una “dromologia” che questa bella immagine scatta nel 1915 circa documenta appieno, restituendo una porzione di Brescia del tutto scomparsa.
Il fotografo Negri si è arrampicato sin sulla cima del muro di cinta degli stabilimenti della Siderurgica Togni e immortala il coacervo di binarie il traffico interno dei mezzi appartenenti alla società che esercitava il servizio tranviario extraurbano.

Per meglio orizzontarci basta ricordare che sulla sinistra, oltre il muro, si snoda via Industriale mentre sullo sfondo si individuano le ciminiere della Metallurgica Bresciana già Tempini, compreso l’edificio più alto sempre compreso fra i camini della medesima impresa.

L’azienda proprietaria è, ancora per poco, la potente Società Elettrica Bresciana (Seb), un colosso del servizio di distribuzione di energia elettrica nella Lombardia orientale, ma pure esercente il servizio tranviario extraurbano (in città ci aveva provato, ma la municipalizzazione del servizio tramviario decretata con referendum popolare nel 1907 aveva impedito la continuazione).

I caratteristici tramway, carrozze snelle e livrea chiara, percorrevano una pluralità di linee, collegando il capoluogo con le valli e la pianura. Sorte fra il 1881 ed il 1887 con trazione a vapore, le linee vennero acquisite dalla Seb nel breve volgere di poche stagioni, gradatamente elettrificate a partire dal 1907 ed estese sin oltre i confini provinciali. Capolinea delle diverse tratte era fissato a lato della stazione ferroviaria, mentre in questa immagine vediamo i depositi di carrozze e motrici, realizzato quindi poco distante.

Entrata la Seb nel primo dopoguerra nell’orbita della Società Edison di Milano ed ampliatasi anche grazie ad un complesso gioco di alleanze incrociate con altre società elettriche, la cessione del ramo aziendale è presto necessario. Nasce così la più nota Teb, Tramvie elettriche bresciane. La Teb nasce ufficialmente il 14 ottobre 1920 (capitale sociale iniziale 300.000 lire, portato nel dicembre dello stesso anno a 12 milioni di lire) con lo scopo quindi di gestire il settore trasporti.

Alla carica di presidente viene nominato l’avvocato salodiano Giuseppe Castelli, mentre la sede legale viene fissata nella palazzina degli uffici accanto ai depositi, siti nell’allora via Stati Uniti.

La Teb è chiamata a gestire tratte per circa 200 Km di lunghezza, suddivise nelle linee Brescia-Salò-Toscolano (46 km); Brescia-Vestone-Idro (27 km); Brescia-Gardone Vt-Tavernole (27 km); Brescia-Pavone-Gambara (49 km); Brescia-Cellatica-Gussago (9 km); Brescia-Stocchetta (4 km); Brescia-S. Eufemia (3 km), tutte elettrificate; ancora: la linea Brescia-Orzinuovi-Soncino (31 km) ed il servizio tranviario urbano delle città di Mantova (sino al 1930) e Cremona (sino al secondo dopoguerra): un totale annuo, sempre alla data di fondazione, di oltre 6 milioni di viaggiatori e di 9,7 milioni di tonnellate di merci.

La rete delle linee servita da queste carrozze costruirà a lungo uno sbocco sufficiente per molte attività d’impresa minori che punteggiavano le valli e la pianura, concorrendo ad aprire, almeno parzialmente, un circuito economico di più ampio respiro. Dopo la costruzione del tronco Toscolano-Gargnano (1922) e l’elettrificazione della linea Brescia-Soncino avvenuta nel 1928, la Teb vede declinare gradatamente l’importanza del proprio servizio, stretto fra la concorrenza dell’automobile e la realtà di nuove direzioni dei flussi di persone e merci.

Nell’anno 1930 la Teb inaugura così il suo primo servizio automobilistico, sulla linea Brescia-Collio e l’anno successivo quattro linee vengono soppresse, sostituite anch’esse da autobus, mentre sulla parte meridionale del deposito tranviario viene realizzata la nuova fermata delle linee di autobus.

Nell’anno 1935 la Teb crea la nuova società Sia, Società Italiana Autotrasporti, cui viene affidata la gestione del settore autoservizi. Ma questa è già un’altra storia.

Questa fotografia e le altre pubblicate su "bresciastorica.it" sono presenti nel libro fotografico "Brescia Antica" edito dalla Fondazione Negri.

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