Al posto delle mura

La città liberata dalle mura venete, grazie ai lavori compiuti fra il 1907 ed il 1911 in questo tratto compreso fra le attuali Piazza Repubblica e Piazzale Garibaldi. A sostenere la crescita di Brescia sono il piano regolatore di ampliamento approvato nel 1897 dopo una decina d’anni di attesa e variazioni, e l’avvio dello spianamento dei bastioni delle mura, a partire proprio da questa zona occidentale della città, con la tracciatura di una nuova rete viaria.

Con l’abbattimento delle mura e la copertura della fossa – e presto anche del letto del Garza che ancora si vede a lato – troveranno spazio quelli che oggi denominiamo via Ugoni e via dei Mille e i giardini omonimi, ma che negli anni dell’immagine – scattata alla fine del primo decennio del Novecento – sono i nuovi spalti di via Rovine (poi via dei Mille), che ospiteranno a breve i viali alberati del tradizionale passeggio e dell’odierno traffico.

Oltre la fossa delle mura, a sinistra, le ombre di case e cantieri si proiettano su via Campi Bassi, oggi via Ugoni. La provvisoria ponticella di assi – in basso – collega con quella che al tempo era denominata via Francia (oggi via Somalia). I binari non sono quelli del tram urbano, ma della linea extraurbana non ancora elettrificata che dalla fermata della stazione salgono verso la sede della Società elettrica bresciana a canton dell’Albera e poi raggiungono Cellatica e Gussago.

L’abbattimento delle mura, voluto per “arieggiare” la città ed aprirla allo sviluppo esterno al centro storico non costituì una decisione semplice. Una visione comune anche ad alcune frange del Consiglio Comunale cittadino, che nelle sue discussioni ricordava l’abbattimento delle porzione occidentale delle mura, divenute pubblico passeggio e la cui sparizione “ha sollevato viva discussione nella cittadinanza, la quale si é preoccupata di veder sparire piante così belle che costituiscono uno splendido ornamento e offrono un’ombra tanto deliziosa”.

La larga panoramica permette di seguire, partendo dalla parte più estrema di destra e seguendo la nuova strada realizzata, l’edificio di Casa Corniani (eretta nel 1890 e demolita nel 1962), quindi l’edificio a due piani con le cinque finestre sede della filanda Facchi, l’apertura di via Castel Morone, oggi contrada della Mansione; l’apertura di via F.lli Bronzetti, i muri e chiostri della sede al tempo dell’Orfanotrofio maschile, sempre sulla strada la sede dell’Orfanotrofio femminile, l’apertura di via F.lli Cairoli (dove si erge nel letto della fossa ricoperta la baracchetta in legno), su sino, appena percettibile all’estrema sinistra, il basamento bianco e la statua equestre di Garibaldi con l’edificio della ex Poliambulanza in sistemazione sull’ex spalto delle mura denominato “Gioco del pallone” .

Tornando a destra e seguendo l’interno della città si riconoscono la facciata della chiesa dei santi Nazaro e Celso, il Duomo nuovo, il castello con ai suoi piedi la mole della Chiesa della Pace, quindi la scura torretta della Pallata e, infine, le due ciminiere della centrale termica della Seb in via Milazzo.

L’epilogo definitivo della vicenda delle mura della città avviene nel 1920, con la fine delle ultime operazioni di livellamento lungo il tratto meridionale, mentre la città è cresciuta, fra il 1901 ed il 1921 di circa il 30%, superando per la prima volta i centomila abitanti.

Questa fotografia e le altre pubblicate su "bresciastorica.it" sono presenti nel libro fotografico "Brescia Antica" edito dalla Fondazione Negri.

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