Ghiaccio per la città

La fabbrica comunale del ghiaccio viene istituita nel 1897, erigendo l’impianto accanto al macello municipale già presente dal 1878 su progetto di Gaetano Taeri e poi rifatto nell’anno 1899: quando nel 1898 entrarono in funzione a pieno regime gli impianti generatori del freddo, la produzione fu di 6.400 quintali di ghiaccio distribuito in città da ambulanti.

Dal 23 luglio 1908 si insedia ufficialmente, primo presidente l’ing. Giuseppe Orefici (fratello del Sindaco), la “Azienda speciale pel esercizio dei tram elettrici e del frigorifero”. Quest’ultimo servizio, per inciso, consiste nella produzione e commercializzazione del ghiaccio, con la “Fabbrica del ghiaccio”, che in città viene richiesto in grande quantità. Lo stoccaggio e la conservazione dei prodotti alimentari e commestibili fu, negli anni dell’industrializzazione bresciana, problema mai sottovalutato. Ogni giorno 200 quintali di ghiaccio “d’acqua pura della fonte di Mompiano in blocchi trasparenti di circa 25 Kg ciascuno” (così era descritta la produzione ad inizio Novecento), venivano ceduti a ditte intermediarie e più tardi alle latterie.

Il “Ghiaccio artificiale del Caffè della Rossa” è scritta pubblicitaria presente sul carretto che propagandava il noto ritrovo aperto in Corso Palestro. Osteria e trattoria che d’estate richiedeva ghiaccio per la carne e le bevande, oltre che rivendere le stecche ai privati, sino alla sua chiusura nell’anno 1928.

In città all’inizio del Novecento vendono dunque ghiaccio al dettaglio il Caffè Rossa di Corso Palestro ed il negozio di Elisabetta Rambaldini in Corso Magenta, mentre “rivenditori con appositi carri che fanno il servizio di distribuzione in città” sono di proprietà delle ditte di Giuseppe Freschi, con sede in Corso Teatro, e l’osteria della Mezza Luna di Santo Ferrari.

La disponibilità di celle frigorifere pare però non attirare troppo i commercianti bresciani: gli introiti della Fabbrica del Ghiaccio, infatti, calano gradatamente per un decennio, tornando alla quota iniziale solamente a partire dal 1908.

Il”Frigorifero municipale” aveva quell’anno una potenzialità di produzione di 36.000 quintali di ghiaccio l’anno e disponeva di 760 metri cubi di celle frigorifere per la conservazione delle carni macellate (principalmente dell’attiguo macello comunale) e delle carni congelate di importazione. Le sue forniture di ghiaccio toccavano anche alcune realtà urbane più prossime, come Bergamo, Lovere, Cremona e Mantova.

Nell’edificio immortalato dalla fotografia, nel 1911 l’Asm provvede a realizzare nuovi impianti ed un’ampia ghiacciaia: in quegli anni si producono a Brescia circa 20.000 quintali di ghiaccio, mentre sono disponibili 92 celle frigorifere ed una ghiacciaia capace di contenere circa 3.500 quintali di carne. Gli impianti, utilizzanti forti quantità di ammoniaca e di cloruro di calcio, dotati di un “ventilatore elicoidale e concentratore di cloruro”, vennero gradatamente potenziati negli anni 1915 e nuovamente nel 1918, con la produzione passata dai 21.000 quintali del 1914 ai 41.500 dell’anno di guerra 1916.

Le necessità indotte dalla Prima guerra mondiale comportarono notevolissimi potenziamenti impiantistici, tornati poi utili negli anni Venti, periodo di massima prosperità del servizio. Ciò consente un notevole incremento degli introiti dovuto al crescere del canone di locazione delle celle frigorifere.

Le lunghe “stecche” di ghiaccio erano vendute in città e provincia dalla stessa Azienda per mezzo dei trasporti assicurati dalla Impresa Frigerio, acquistate soprattutto da macellai e negozi di alimentari, mentre in casa bastava per il momento l’acqua fredda per conservare il burro, consumando il resto in pochi giorni.

Ma il fabbisogno di freddo, assicurato dal ghiaccio in stecche, verrà presto risolto in altro modo. Una pubblicità dei primi anni del Novecento segnala per la verità il negozio della Ditta Giacomo Dolci, in Corso Mameli, che fra i casalinghi in vendita offre la sua “specialità ghiacciaie”. Sul fronte delle aziende, sin dalla metà degli anni Trenta alcune installazioni di celle frigorifere presso imprese private compaiono nelle statistiche elaborate dal Municipio di Brescia, ed in città fabbrica notevoli quantità di ghiaccio anche la Ditta Wuhrer presso lo stabilimento della Bornata. E si istituisce il servizio estivo di consegna a domicilio del ghiaccio, che resterà attivo sino al 1945, quando l’Asm preferisce creare una rete di rivendite nei quartieri e nei suburbi della città, appoggiandosi soprattutto alle latterie.

Nell’anno 1951 viene quindi costruito un nuovo salone refrigerante per la conservazione di frutta e verdura, sempre accanto al macello comunale di via Spalto San Marco, mentre circa 62.000 quintali di ghiaccio fanno ora fronte ai fabbisogni della città e delle sue imprese.

Ma nelle stagioni della seconda metà degli anni Cinquanta l’Asm chiude la propria “sezione ghiaccio”, che occupa ancora sette addetti: é il momento in cui, il 16 febbraio 1958, il Ministro per il Commercio Estero, il bresciano Guido Carli, inaugura il rinnovato reparto frigorifero dei Magazzini Generali.

Questa fotografia e le altre pubblicate su "bresciastorica.it" sono presenti nel libro fotografico "Brescia Antica" edito dalla Fondazione Negri.

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