Prima di Corso Garibaldi

La toponomastica cittadina ha utilizzato in passato nomi e toponimi legati alle ragioni più varie. Quando nell’anno 1909 il tratto occidentale di ingresso al centro città venne battezzato col nome di corso Garibaldi, i bresciani continuarono per un pezzo a chiamare questa strada – dall’esterno verso l’interno – come Porta san Giovanni, corso della Pesa e corso della Pallata.

L’immagine mostra il tratto centrale detto “della Pesa” alla fine dell’Ottocento: è il cuore commerciale della città, con botteghe e tendaggi parasole di una assolato pomeriggio estivo prima dello scoccare delle ore 17, come segnala l’orologio della Pallata, in un cielo arabescato dai fili dei distributori della corrente elettrica.

E’ questa una bella novità. L’invisibile forza della corrente elettrica irrompe infatti in città grazie all’accordo che il 17 febbraio 1893 il Comune stipula con la milanese “Società anonima per l’utilizzazione delle forze idrauliche mediante l’elettricità”, che intende costruire una piccola centrale idroelettrica e commercializzare l’energia. Così l’elettricità il 24 agosto 1894 illumina finalmente le principali vie cittadine mediante lampade ad arco e ad incandescenza.

Ma la “modernità” urbana è dettata soprattutto dal trasporto pubblico, nel segno di un desiderio di mobilità avvertita da una città forse senza fretta ma dalle esigenze prorompenti. Nonostante la municipalità viva una lunga stagione di instabilità (fra il 1880 ed il 1886 si alternano alla guida dell’Amministrazione ben 10 fra sindaci effettivi, sindaci facenti funzioni e “delegati straordinari”), il Comune si trova a dover promuovere e garantire un servizio urbano primario particolarmente importante per la stessa quotidianità del cittadino.

Ed a Brescia l’Ente Locale è chiamato a farlo in una visione organica all’interno di una città in rapida espansione e veloce mutazione economica, nel trapasso politico in cui il Municipio diviene luogo di rappresentanza e di amministrazione, tanto della comunità quanto degli interessi dei singoli individui, entro cui sperimentare la gestione della nuova complessità economica e sociale.

Il servizio del tram a cavalli prende dunque avvio nel giugno del 1882. Il 4 novembre 1882 i giornali annunciano l’apertura della linea Corso del TeatroPorta Venezia, mentre il 6 gennaio 1883 è la volta del tratto che da Corso Palestro raggiunge Porta San Giovanni, esattamente la stessa linea ritratta in questa fotografia.

Brescia, ricordano i giornali, è finalmente attraversata da est ad ovest dal tram: “Attivatasi anche la linea di Porta Milano, tutte le corse di ieri portavano i carrozzoni affollati di gente: era certo uno svago che cittadini e suburbani si prendevano per cacciare la noia della uggiosa giornata”.

Le due linee sono facilmente distinguibili nel loro transito: la prima, Porta Venezia – Porta Garibaldi, è contrassegnata da un disco di colore verde, la seconda, Stazione ferroviaria – Porta Venezia, viene contraddistinta dal colore rosso.

La fotografia di fine Ottocento mette in rilievo un’assenza. Sulla facciata dell’edificio di sinistra è ancora assente la lapide dedicata a Felice Cavallotti, “il bardo della democrazia”, politico e drammaturgo fondatore del partito radicale e del liberalismo di sinistra. Un ricordo voluto dalla giunta anticlericale, lapide poi inevitabilmente tolto e distrutto durante la dittatura fascista.

Questa fotografia e le altre pubblicate su "bresciastorica.it" sono presenti nel libro fotografico "Brescia Antica" edito dalla Fondazione Negri.

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