Un Albergo fra antico e moderno

Oggi la descrizione cui si riferisce la fotografia suonerebbe come “A passeggio lungo via Gramsci, poco prima dell’incrocio con corso Palestro”. All’epoca dello scatto – 1930 circa – il riferimento era ben diverso: corso Umberto I (prima che nell’anno 1946 la strada fosse intitolata all’antifascista comunista), visto da sud verso i cantieri di piazza Vittoria (nello scorcio a destra il torrione in costruzione). Fra l’altro Via Umberto I, venne così intitolata dopo il regicidio del 1900, a sostituire il precedente nome di via Larga attribuito solo nel 1897.

In primo piano è il rinomato “Albergo Brescia”, con il lungo, caratteristico pennone. L’Albergo, con il nome di “Albergo Cappello” era stato aperto nell’anno 1818, quasi a certificare la fine del vento napoleonico e quietarsi alle ragioni burocratiche del Regno Lombardo-Veneto. Col nome “Albergo Brescia” era stato riaperto a fine Ottocento con la gestione di Alberto Bassanetti, cui seguirà quella affidata a Mario Mor.

L’Albergo godette di grande rinomanza in concomitanza con la nascita dell’automobilismo sportivo, essendo dotato – come si legge anche sulla copertura dell’ingresso, di propria autorimessa. Già nell’anno 1921 ospitava alcuni equipaggi partecipando al I Gran Premio d’Italia di quell’anno (e prima dello scippo di Monza), decidendo di pubblicizzare l’evento con una bella cartolina pubblicitaria, recante l’ingresso affollato da equipaggi e alcune automobili.

Accanto all’Albergo, fuori inquadratura, sorgeva il liquorificio Perani, che alla data della fotografia ha appena sostituito la precedente insegna della ditta salodiana di liquori Coen, nota in città e provincia per il suo “Eucedros”, anch’esso largamente reclamizzato.

Oltre l’Albergo si trova il nuovo edificio costruito esattamente alla fine degli anni Venti del Novecento (e quindi un edificio nuovissimo, anche nelle razionali forme architettoniche e, probabilmente, questo è il vero soggetto affidato alla macchina fotografica di Giovanni Negri). Rispetto all’edificio qui presente in precedenza, e che ospitava il Bar Commercio, esso è rifilato ed arretrato, allineandolo all’ingombro dell’Albergo Brescia.

Più su, oltre l’incrocio con corso Palestro, si apre piazza del Mercato (in precedenza piazza delle Erbe e, sino al 1909, piazza Nuova): la pila di pietre squadrate alla base dell’edificio segnala la sistemazione in corso, dopo che pochi anni prima, esattamente nel 1927, le bancarelle della frutta e della verdura erano state definitivamente trasferite nel piazzale di Porta Cremona.

Prima dell’apertura di piazza della Vittoria, corso Umberto terminava con due viuzze laterali e chiudeva, in realtà, la quinta urbana con un alto edificio ospitante fra l’altro il rinomato negozio di cristalli e terraglie di Giovanni Giannoni, poi demolito nel 1930.

Corso Umberto I era una via animata lungo la quale si allineavano importanti residente e funzioni. Poco prima di quanto riportato dall’immagine si ergeva l’edificio bugnato e con balcone ospitante il Grand Hotel Royal, chiuso già nel 1890. Qui vi era pure la sede delle “R.R. Poste, Telegrafo e Telefoni” (così sul frontone dell’edificio), sita in palazzo Cazzago – poi Bettoni – naturalmente con indirizzo in via Larga.

La sede venne qui trasferita nel 1908 e ufficialmente inaugurata il giorno 1 giugno 1910; nel secondo dopoguerra vi trovava a lungo sede l’Associazione AAB.

Del tutto assenti, in Corso Umberto I, tram, filobus o autobus di sorta. Il tram transitava infatti perpendicolarmente solo lungo l’intero.

Questa fotografia e le altre pubblicate su "bresciastorica.it" sono presenti nel libro fotografico "Brescia Antica" edito dalla Fondazione Negri.

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