Per le merci di Brescia

L’immagine, scattata intorno al 1935 circa – documenta l’avvio dei nuovi, moderni e necessari Magazzini Generali di Brescia, lungo una via Dalmazia davvero poco riconoscibile.

Per la verità, per Brescia non era questo il primo esperimento per la gestione di magazzini. Già nel 1901 la Banca Commerciale di Brescia aveva aperto depositi per “sete, bozzoli ed altre materie tessili nazionali ed estere”: costo 0,20 lire ogni 10 kg di filato in deposito. Ad essi si erano aggiunti i magazzini generali gestiti direttamente dal Consiglio Provinciale dell’Economia, per la maturazione dei formaggi, che cesseranno nella loro funzione dal primo luglio 1932.

Pressante era quindi la necessità di provvedere alla disponibilità di luoghi idonei per il deposito delle merci, soprattutto nelle stagioni della produzione agricola, cui aggiungere la possibilità di creare una sorta di borsa merci, in cui gli strumenti del credito e del commercio “virtuale”, con mutazioni di proprietà senza movimenti reali della merce, potessero dispiegarsi in tutte le loro potenzialità, vincendo anche, come spiegava l’opuscolo illustrativo dell’opera, le titubanze dei bresciani, invitati a “vedere e conoscere” i magazzini prima dell’uso.

Già nel corso del mese di settembre del 1931 il Ministero delle Corporazioni autorizzava i Magazzini Generali di Brescia, gestiti dalla “Società Borghetto”, voluta dalla Banca San Paolo di Brescia, a ricevere in deposito 24 tipologie di merci, dall’acciaio allo zucchero, passando attraverso “carni secche, juta, pelli, caffè e altri coloniali, formaggi”.

Ma, a differenza degli esperimenti precedenti, la Società Borghetto, con succursali a Calvisano, Desenzano, Orzinuovi e Manerbio, impostò su basi industriali il sistema dello stoccaggio conto terzi, badando subito alla cura delle merci deperibili ed introducendo sistemi al tempo innovativi per la conservazione delle stesse.

La gestazione societaria fu per la verità piuttosto laboriosa, con un primo avvio già nel 1923 dietro la determinazione della Banca San Paolo, che mobilitò i più bei nomi del suo Consiglio di Amministrazione per agevolare l’impresa. I lavori termineranno infatti solo nella seconda metà del 1931, mentre sarà il 1932 l’anno di apertura dei magazzini ai produttori bresciani. La merce attesa dalle speranze della società erano innanzi tutto i prodotti agricoli, ad iniziare dall’ammasso dei grani: l’area prescelta (32.000 mq di cui 16.000 coperti), le dislocazioni nella bassa pianura, erano legate proprio a questa aspirazione, anche se ben presto altre furono le merci accolte dai capienti magazzini.

Accanto al caratteristico grande silos per i grani sfusi, alto 32 metri (con torre di sollevazione di ben 35 metri, come si vede al centro della fotografia ) e capace di circa 120.000 q.li, progettato dall’ing. Ferruccio Peroni con dispositivi utili al deposito separato (raccomandazione cara ai piccoli produttori gelosi della qualità delle proprie merci), sorsero infatti atri luoghi di deposito, ognuno con caratteristiche specifiche rispetto alla merce in deposito.

Il capannone per il grano in sacchi (progetto ing. Angelo Buizza), con capacità 1.000 q.li, con annessa sala formazione “lotti per la contrattazione”; due magazzini dei formaggi (progetto ing. Peroni), con intercapedini anti umidità, per circa 21.00 mc di capacità; il capannone per lo stoccaggio dei bozzoli, disposto su due piani. Completavano il primo nucleo le portinerie, gli uffici, l’indispensabile raccordo ferroviario, nell’immagine posto in primo piano.

I Magazzini Borghetto continueranno a funzionare anche nel dopoguerra, cercando di rendere disponibili sempre nuovi servizi. Il 16 febbraio 1958, il Ministro per il Commercio Estero, il bresciano Guido Carli, inaugura il rinnovato reparto frigorifero dei Magazzini Generali. La struttura del reparto frigorifero era entrata in attività nel 1954, iniziando a funzionare con 6 compressori e 29 celle (per quasi 40.000 metri cubi).

Ma, evidentemente, quei frigoriferi locati dal 1954 non bastavano più. Il nuovo impianto del 1958 viene progettato dall’ing. Giovanbattista Damiani, ed utilizza una tecnologia all’avanguardia: sulla superficie complessiva di oltre 9.500 mq è attrezzato un blocco di trentotto celle frigorifere (ognuna dotata di termostato automatico) distribuite su tre piani, occupanti 5.200 mq per circa 45.000 metri cubi refrigerati, con allacciamento ferroviario, fabbrica interna del ghiaccio e macchinari capaci di esprimere una potenza pari a 2 milioni di frigorie.

Questa fotografia e le altre pubblicate su "bresciastorica.it" sono presenti nel libro fotografico "Brescia Antica" edito dalla Fondazione Negri.

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