Il simbolo del potere elettrico

L’immagine propone la conclusione dei lavori all’elegante, massiccia sede della Società Elettrica Bresciana (S.E.B.) progettata dall’arch. Egidio Dabbeni coadiuvato dal geom. Francesco Moretti e realizzata nell’anno 1907.

Sulla destra le alte ciminiere in costruzione appartengono alla centrale termica di via Milazzo, sempre progettata da Egidio Dabbeni. Nella fotografia si noti il ricercato contrasto fra tradizione e modernità: sul greto del torrente i panni bianchi stesi al sole sono sorpassati dal tram della linea Brescia – Cellatica – Gussago, collegamento tranviario inaugurato nel 1907, il primo esempio in Europa del sistema di trazione a corrente continua a 1.200 volt, già brillantemente applicato negli Stati Uniti. Sul fronte della carrozza l’insegna pubblicitaria dell’impresa cittadina “Impianti elettrici F.lli Gereloni”, prima a commercializzare apparecchiature telefoniche.

La vicenda della Società elettrica bresciana è interamente legata alla modernizzazione industriale bresciana e lombarda, con particolare riguardo alla innovazione introdotta dalla produzione e commercializzazione dell’energia idroelettrica. Promotore è senza dubbio Alberto Magnocavallo, che dopo alcune intraprese giovanili nell’agosto 1893 è assunto quale ragioniere dalla “Società per l’utilizzazione delle forze idrauliche mediante l’elettricità”, impresa che aveva appena assunto l’appalto della illuminazione elettrica di Brescia, impegnandosi nella costruzione di una centrale idroelettrica.

Dopo alcuni mesi, però, la Società incontra crescenti difficoltà nel mantenere fede ai propri progetti. Lo stesso Magnocavallo segue da vicino la vicenda finanziaria che porta, già nel luglio del 1894, questa impresa a cessare la propria attività. Essa viene rilevata nella concessione municipale dalla “Società Fraschini, Porta & C.”, costituitasi il mese prima. La nuova società, riorganizzato il servizio sotto la guida dell’ing. Edoardo Barni, può così inaugurare nell’ottobre dello stesso anno l’illuminazione pubblica elettrica a Brescia, con 51 lampade ad arco e 40 lampade ad incandescenza. Nell’occasione Magnocavallo segue la realizzazione e lo sviluppo della centrale sul fiume Chiese in territorio comunale di Calvagese. L’energia generata dalla centrale viene trasmessa a Brescia con una linea di 18 km e alimenta l’officina elettrica detta “del Macello Vecchio” (vicolo del Ballerino), da cui si irradia la rete di distribuzione.

Alberto Magnocavallo resta alla guida operativa della nuova Società divenendone presto anche socio. Da allora e per un intero decennio, l’attività, sotto la direzione del rag. Magnocavallo, è continuamente volta al miglioramento e alla estensione del servizio, con la realizzazione di una nuova centrale, sempre sul fiume Chiese, a Barghe: a seguire da vicino queste iniziative è proprio Alberto Magnocavallo che festeggia così l’avvio della produzione di energia nel nuovo impianto: l’energia a 3.600 volt (in corrente alternata) viene trasmessa in città e immessa in rete la prima volta il 22 aprile 1902.

Sono due impianti che di fatto segnano per Brescia l’avvio di una vera e propria industria elettrica. La “Società Porta & C.” procede speditamente nei propri investimenti, mostrando però in tutta evidenza una certa gracilità finanziaria. Nel 1905, grazie alla fiducia del finanziere Enrico Porta, Magnocavallo sollecita – partecipandovi – la creazione della “Società Elettrica Bresciana” (Seb). Quell’anno, con atto del 29 maggio, rogito del notaio Serina, la “Porta & C.” si costituisce dunque in società anonima, con la nuova ragione sociale e con 2.500.000 lire di capitale sociale iniziale. Il primo Consiglio di amministrazione è costituito da Carlo Baresani, (presidente), Alessandro Bruni Conter, Ettore Rusconi, Enrico Porta, Giacomo Crosti, Antonio Fraschini e Alberto Magnocavallo. Alla fine del primo anno di attività la zona servita si estende, oltre che a Brescia e sobborghi, anche ai comuni di Bovezzo, Collebeato, Nave, Caino, Caionvico, Botticino, Cellatica, Gussago, San Zeno, Borgosatollo, Ospitaletto, Cologne, Castegnato.

E sin dal primo esercizio sociale vengono avviate e condotte a termine le trattative per l’assorbimento di varie società elettriche minori operanti nella provincia, anche di notevole importanza come la “Società Benacense”, che assicura alla Bresciana la riviera del Garda, la “Società di Vestone” e la “Società Elettrica Industriale di Valle Camonica”. Viene pure rilevata la distribuzione, attraverso l’assorbimento societario, della “Società Idroelettrica del Sebino”, di una zona adiacente al lago d’Iseo, e ci si spinge fino a Lonato, a Castiglione delle Stiviere, e a tutta la Bassa bresciana e comuni limitrofi.

Si tratta di acquisizioni che la Seb persegue non solo per garantire l’espansione delle vendite, ma soprattutto per ampliare il panorama dei propri siti produttivi. Importanti quantitativi di energia vengono, infatti, forniti pure dagli impianti di queste società locali via via assorbite dalla Bresciana. In questo modo la Società elettrica allarga la sua rete dall’uno all’altro confine della provincia.

Nel 1906 la Società Elettrica Bresciana, auspice sempre Alberto Magnocavallo, Consigliere delegato della società, dà avvio pure all’assunzione dei servizi di trasporto con la linea tranviaria Brescia-Gussago e l’anno dopo, avendo rilevato la concessione delle tramvie provinciali sino a quel momento gestite da una compagnia belga, avvia l’elettrificazione della rete. Consistenti investimenti compiuti nel segno della modernizzazione e dell’efficienza che portano la provincia di Brescia al primo posto nella classifica delle province italiane per l’importanza della rete distributiva e per la modernità dei servizi.
Un’importanza che doveva essere eternata e simboleggiata anche da un’adeguata, sfavillante sede.

Questa fotografia e le altre pubblicate su "bresciastorica.it" sono presenti nel libro fotografico "Brescia Antica" edito dalla Fondazione Negri.

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