Dove (e quando) va quel tram?

Brescia 1904 o 1905. L’anno non è indicato negli archivi e nemmeno immortalato in qualche remoto angolo dell’immagine. Ma alcuni indizi permettono di precisare l’indicazione temporale con buona approssimazione. I tetti della Brescia d’inizio Novecento disegnano una città raccolta entro lo spazio delle mura, involta in una conchiglia di calcinose muraglie e sghembe finestre, fra chiassuoli e cortiletti. Così come la scorse l’Autore di questa fotografia scattata dalla cima della Torre del Popolo (detta del Pégol) di piazza del Duomo. Si erge con eleganza l’edificio di palazzo della Loggia (avviato nel 1492 su preesistenti edifici ed ultimato nel 1574) con la copertura opera dell’architetto Luigi Vanvitelli, realizzata nel 1769 e sostituita dall’attuale a carena in piombo solo nel corso del 1914. Qui la piazza porta ancora il nome di Piazza del Comune, mutato nell’attuale Piazza della Loggia nel 1909. Si noti la continuità dello spazio del calpestio senza rialzi dei marciapiedi e la fascia di pietra centrale combusta dal sole a sottolineare l’assialità fra palazzo Loggia e la torre dell’orologio: qui sopra si vedono i due mori per la campana, scherzosamente chiamati in città “Tone e Batista”. A sinistra la mole della Torre Pallata, al centro il campanile della chiesa di San Giovanni, all’estrema destra i caratteristici pennacchi della chiesa del Carmine e in basso Torre Bruciata. In un panorama dromologico, ora si misurano e si incontrano – in attesa delle prime autovetture – i diversi ingombri e le diverse velocità di passanti, biciclette e tram alla fermata o in movimento. La linea tranviaria è quella collegante Corso del Teatro con il Castello. Proprio la sua ideazione e realizzazione, rivangando appena i solchi della storia, consente di datare con precisione l’immagine. La frenesia della velocità e del moderno prende infatti in città il sopravvento nelle sue diverse espressioni nello stampo della circolarità operosa di interessi e di cose: nel maggio del 1903, quando Brescia già freme per la progettata Esposizione che si terrà in Castello nell’estate dell’anno successivo, dalle colonne del quotidiano “La Provincia di Brescia” si lancia l’idea di una apposita linea tranviaria che dal centro possa portare comodamente i visitatori sulla cima del Cidneo. Comitato promotore dell’Esposizione e Municipio, evitando di arroccarsi nelle beghe e reprimendo soprassalti di ambizioni e adocchiamenti di sfoghi, lavorano alacremente allo scopo di realizzare, in meno di dodici mesi, la nuova linea – per la prima volta a trazione elettrica – che dalla fermata di Corso del Teatro (proprio dal 1904 chiamato Zanardelli in onore dello statista appena scomparso, colui che conosceva il modo con il quale si impastano le cose e le si fanno lievitare) risale via delle Spaderie (oggi via X Giornate), traversa piazza Loggia, conduce in senso orario il periplo del palazzo municipale sino a Corsetto S. Agata, per poi immettersi in via San Faustino e inerpicarsi infine sulle rampe del Castello. Si tratta di una linea che negli intendimenti deve durare lo spazio di una stagione, con l’obbligo da parte della Belga di rimuovere ogni impianto entro l’anno. Una sorta di ottovolante ludico alla modica cifra di 10 centesimi, con le vetture dalla portata massima di 20 passeggeri seduti “sui sedili longitudinali in legno traforato”, il cui regolamento rimanda ad una città ancora non avvezza alla velocità: “Il percorso Corso Zanardelli Porta Trento dovrà effettuarsi alla velocità massima di 15 chilometri / ora ed in un tempo non minore di sei minuti, compresi i rallentamenti a 6 chilometri /ora delle curve agli imbocchi di via Spaderie e dietro il Palazzo comunale”. Un successo immediato, con la linea aperta al pubblico l’11 maggio 1904 e subito presa d’assalto. Ma la modernità del tram elettrico impiegherà ancora un po’ di tempo a innervare la città: le altre linee urbane rimarranno infatti a trazione animale sino alla graduale elettrificazione, avvenuta solo fra il dicembre 1907 e l’agosto 1908. Frattanto dentro palazzo Loggia chi guida la città? Nemmeno a dirlo è in atto una profonda crisi politica, nell’incandescenza di rifrazioni di ardori e beghe finissime, contrabbandi di buon senso e smacchi inenarrabili. L’impasse si risolve inizialmente con la reggenza fra il 1904 ed il 1905 del Regio commissario straordinario Nunzio Vitelli e la nomina quindi, a partire dal febbraio 1905, di una giunta clerico-moderata, guidata dal nuovo sindaco Vincenzo Bettoni Cazzago. Ma è un lampo. Gli epigoni zanardelliani tornano al governo della città già nel novembre 1906, all’indomani di una breve reggenza commissariale. La nuova Giunta progressista è guidata da Gerolamo Orefici, persona distinta per tratto ed eleganza di portamento, di entusiasmi non sempre trattenuti a fior di pelle. E il tram? Questo tragitto, con la linea tramviaria sulla sinistra del palazzo, resterà operante per poche stagioni, poi sostituito dalla nuova tratta di binari passanti lungo il lato settentrionale della piazza, verso via S. Faustino. Fra il maggio del 1904 e la fine del 1905.

Questa fotografia e le altre pubblicate su "bresciastorica.it" sono presenti nel libro fotografico "Brescia Antica" edito dalla Fondazione Negri.

Un commento

  1. giovanni battista manenti says:

    Fa piacere trovare tante notizie particolari sui luoghi della città che ho frequentato quando ero bambino.

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